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Mosè Bianchi a Brugherio. Il ritratto del parroco Gian Andrea Nova

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Dall’ 11 al 26 ottobre 2014, a Brugherio Palazzo Ghirlanda-Silva - Galleria Espositiva

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"1838 - 1878: un tuffo nella Brugherio e tra la gente dell'epoca": è questa l'essenza della mostra che ruota attorno al ritratto del parroco Gian Andrea Nova - il protagonista assoluto insieme al pittore che lo ha consegnato ai posteri, il monzese Mosè Bianchi - ma che ha come sfondo una serie di testimonianze che lo ricollocano negli anni in cui i nostri avi erano affidati alla sua cura pastorale.
Organizzata dal Comune di Brugherio/Assessorato alle Politiche culturali e Partecipazione con la Parrocchia San Bartolomeo e l'Associazione Kairós, la mostra gode del patrocinio del *Pontificio Consiglio della Cultura, della Regione Lombardia, della Provincia di Monza e Brianza e del Comune di Monza.
Ma vediamo di ripercorrere le tappe che hanno portato all'allestimento di questa esposizione che verrà inaugurata sabato 11 ottobre - alle ore 16:00 - presso la Galleria espositiva di Palazzo Ghirlanda-Silva (Biblioteca civica) proprio in concomitanza con le feste patronali.

Ricerca e ritrovamento
La ricerca del quadro di Mosè Bianchi è iniziata dopo aver letto alcune pagine del primo libro dei Chronicon, presente nell'archivio della Parrocchia San Bartolomeo, che riporta i fatti salienti riguardanti la parrocchia a partire dal luglio 1898.
Nell'agosto 1930 viene scritta questa annotazione: "Riparazione, restaurazione di parecchi quadri di un certo valore (tolti dalla Chiesa parrocchiale fin dal 1922 dal parroco Don Giuseppe Camagni dove erano trascuratissimi e collocati fin da allora nella sala della casa parrocchiale), compiuta dal Signor Paganetti di Monza. Alcuni (come il ritratto del Parroco Nova, opera pregevole di Mosè Bianchi) erano quasi irriconoscibili".
Dopo aver letto queste pagine una fortunata ispezione alla soffitta della canonica ha permesso di individuare con buona sicurezza il quadro. Sul retro erano incollate pagine del Corriere della Sera dell'agosto 1930, altro elemento a favore dell'ipotesi attributiva avanzata.
Il quadro è stato affidato per una prima pulizia e si è individuata in basso a sinistra, la firma del pittore Mosè Bianchi.
A questo punto mancava solo la prova decisiva che il ritratto rappresentasse veramente don Gian Andrea Nova. La certezza è arrivata osservando la fotografia, posta sulla sua tomba, che si trova nella Cappella dei sacerdoti al Cimitero vecchio di viale Lombardia a Brugherio.
La corrispondenza tra dipinto a olio e fotografia è evidentissima: stessa posa, stessi lineamenti, stesso sguardo, stesso abbigliamento, identica capigliatura. Nessun dubbio, quindi, che il quadro rappresenti il "Ritratto del parroco Gian Andrea Nova".

La mostra
Il percorso di questa mostra, che presenta come momento centrale il Ritratto del parroco Gian Andrea Nova eseguito da Mosè Bianchi, si snoda su due piani: quello storico-religioso e quello prettamente artistico.
Il primo parte dalla figura di don Gian Andrea Nova, che dal 1838 al 1878 guidò la parrocchia San Bartolomeo. Puntare l'attenzione su questo sacerdote significa illuminare quarant'anni di vita del territorio, segnati da tanti avvenimenti, alcuni determinanti per l'Italia, altri decisivi per Brugherio. Il Risorgimento, l'unità d'Italia, la nascita del comune di Brugherio, la costruzione della nuova chiesa di San Bartolomeo, la costituzione di una parrocchia a Sant'Albino accadono durante questi anni e segnano parte dell'esposizione.
Affiancano questo percorso alcune opere di Mosè Bianchi: arredi, oggetti d'arte, paramenti, provenienti dalla parrocchia San Bartolomeo e da privati. Alcuni, come le bande laterali del baldacchino per le processioni eucaristiche, datate 1845, risalgono al periodo del ministero pastorale del parroco Nova; altri mostrano la fase immediatamente precedente (i ceroferari in legno dorato) o successiva (il parato completo in seta bianca e oro).
Il Ritratto del parroco Gian Andrea Nova, l'opera d'arte intorno alla quale si è costruita la mostra, è esposta accompagnata dalle fasi che dal suo ritrovamento, l'hanno portata, dopo il riuscitissimo restauro, all'apprezzamento attuale.
Tanti saranno i documenti e gli oggetti esposti, anche monete e francobolli gentilmente messi a disposizione dal Circolo Filatelico-Numismatico "Mario Bella" di Brugherio, il bozzetto predisposto da Carlo Simone di Altamura del monumento in memoria di Mosè Bianchi (inaugurato lo scorso maggio e installato nello spazio antistante l'Istituto monzese di istruzione superiore che prende il suo nome - Il bozzetto è risultato vincitore del concorso lanciato nel 2004 dall'omonimo istituto nell'anno del centenario della morte di Mosè Bianchi).

La mostra sarà visitabile dall'11 al 26 ottobre, tutti i giorni dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 15 alle 18, con ingresso libero.

Per saperne di più
*" Il Pontificio Consiglio della Cultura è il Dicastero della Curia Romana che coadiuva il Sommo Pontefice in ciò che concerne l'incontro tra il Vangelo e le culture e le relazioni della Chiesa e della Santa Sede con i mondi culturali. Uno dei suoi obiettivi è quello di riaprire un dialogo sincero, affinché i rappresentanti della scienza, della letteratura e dell'arte si sentano riconosciuti dalla Chiesa come cercatori autentici del vero, del buono e del bello... Il Pontificio Consiglio della Cultura affonda le sue radici nel Concilio Vaticano II, e rappresenta una finestra aperta sul vasto, molteplice, inquieto e ricchissimo mondo della cultura contemporanea. La Costituzione Pastorale Gaudium et Spes (1965) ha espresso pienamente la necessità che la Chiesa si ponga a confronto con le istanze emergenti della cultura contemporanea. Assume un rilievo cruciale la prospettiva del dialogo creativo e profondo come strumento imprescindibile di reciproca conoscenza, di reale incontro e di reciproca fecondazione...."
(da: http://www.cultura.va/content/cultura/it/organico/profilo.html)

Eventi collegati alla mostra

Sabato 4 Ottobre ore 21, Parrocchia San Bartolomeo, piazza Roma
CONCERTO D'APERTURA DELLA STAGIONE IMAGOMAGI - organista Mariella Martelli e presentazione in anteprima della mostra in collaborazione con l'associazione Antiqua Modicia

Sabato 11 Ottobre ore 16, Galleria Espositiva di Palazzo Ghirlanda-Silva, via Italia 27
INAUGURAZIONE MOSTRA

Domenica 19 Ottobre ore 15 e 16, Parrocchia Santa Maria Nascente e San Carlo via Adda 46, Monza
Visite guidate al dipinto "LA COMUNIONE DI SAN LUIGI GONZAGA" di Mosè Bianchi

Sabato 25 Ottobre ore 21, Parrocchia San Bartolomeo, piazza Roma
Concerto coro Tomas Luis Da Victoria di Garlate (LC), diretto da Daniela Garghentini, organista Massimo Borassi: "IL VOLTO DI MARIA, MUSICHE TRA GREGORIANO E OTTOCENTO" in collaborazione con UBI Banca Popolare di Bergamo Filiale di Brugherio

Domenica 26 Ottobre ore 18, Galleria Espositiva di Palazzo Ghirlanda-Silva, via Italia 27
CHIUSURA MOSTRA con Happy Hour in collaborazione con Bottega Nuovo Mondo commercio equo e solidale

INFO:
Ufficio Cultura del Comune di Brugherio, piazza Cesare Battisti 1,

tel. 039.28.93.214/363 – e mail: cultura@comune.brugherio.mb.it

Conferenza stampa di presentazione della mostra, sabato 11 ottobre 2014 (per gentile concessione di NOIBrugherio)

Mosè Bianchi
Mosè Bianchi

"Una mostra: per il passato o anche per il presente?
Un quadro di Mosè Bianchi (ritratto del parroco Gian Andrea Nova recentemente rinvenuto in parrocchia), insieme ad altri dipinti, arredi liturgici, documentazione di quel periodo.... : rivisitazione nostalgica di un tempo che fu o memoria per un presente da progettare?
In un tempo che rischia la smemoratezza, il senso di questa iniziativa risiede nel portare alla luce un momento di storia di volti e di "cose" che oggi si può configurare come indicazione - non l'unica - per la vita di una comunità che cammina tenendo lo sguardo fisso sull'essenziale nel "campo che è il mondo". La presente mostra è un piccolo segno di questo "stare dentro e con" la vita e della comunità cristiana e della più variegata realtà cittadina.
Fare spazio a suggestioni/rilievi/considerazioni che possono essere suscitati dalla visitazione intelligente di questa iniziativa può generare una rinnovata consapevolezza di appartenenza ad una comunità ecclesiale e nello stesso tempo civile che può e deve costruirsi con l'apporto fecondo dei valori riconosciuti e vissuti dentro la storia locale, a livello culturale, religioso, civile e politico".

Don Vittorino ZOIA

"È una felice coincidenza quella che ha fatto ritrovare lo splendido ritratto che l'illustre pittore monzese Mosè Bianchi dipinse per Don Gian Andrea Nova, parroco di San Bartolomeo e padre fondatore della nostra comunità. Fu proprio Don Gian Andrea, infatti, ad avanzare e a sostenere con tenacia la richiesta, che portò alla decisione di un referendum popolare, con il quale si convinse il re Vittorio Emanuele II a istituire il 6 dicembre 1866 il Comune di Brugherio. L'esposizione di questo bellissimo e intenso ritratto, che guiderà i visitatori in un viaggio tra Arte e Storia ricco di suggestioni, diventa allora l'occasione per inaugurare il percorso che ci accompagnerà alle celebrazioni del 150° anniversario di fondazione del nostro Comune. Lo facciamo cercando ispirazione nel nostro passato, nel nome di un pittore famoso e di un'opera, prima di oggi sconosciuta, che da questo momento sarà il tramite più appropriato e sensibile per attivare il ricordo. Allo stesso tempo, questa prestigiosa mostra - risultato straordinario di un appassionato lavoro di studio e di ricerca condotto dall'Associazione Kairós - dimostra che la proficua collaborazione tra istituzioni ed associazioni culturali consente di dar vita a iniziative di alta valenza culturale. Contemporaneamente rappresenta un'ulteriore tappa del progetto di rilancio dell'Arte e delle attività espositive di qualità, ripreso quest'anno con un programma di pregevoli mostre nella cornice dello stupendo spazio della Galleria di Palazzo Ghirlanda. Un progetto che affonda le proprie radici nella tradizionale vocazione artistica della nostra città, favorevolmente segnata dall'impronta lasciata dalla permanenza sul nostro territorio di Filippo De Pisis e proseguita con una lunghissima tradizione espositiva e di ricerca, alla quale la mostra dedicata al ritratto di Mosè Bianchi non può che fare onore.
Si tratta infatti di un'esposizione pienamente corrispondente all'ambizione di promuovere un rilancio della città sotto il profilo artistico, valorizzando le eccellenze e attivando percorsi che educhino anche le nuove generazioni alla consuetudine con l'Arte e la Bellezza, nella consapevolezza che, dove si semina bellezza, non può che nascere qualcosa di buono e di vero.

Il Sindaco, Marco TROIANO L'Assessora alle Politiche Culturali, Laura VALLI

Mosè Bianchi (Monza, 13 ottobre 1840 – Monza, 15 marzo 1904) è stato un pittore italiano.

Figlio dell'insegnante di disegno e modesto pittore Giosuè e di Luigia Meani, compiuti gli studi tecnici, s'iscrive nel 1856 all'Accademia di Brera di Milano dove è allievo di Schmidt, Bisi, Zimmermann, Sogni e del direttore Giuseppe Bertini, avendo per compagni di corso Federico Faruffini, Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni e Filippo Carcano con i quali dividerà per qualche anno lo studio milanese in via San Primo.

Partecipa alla guerra di indipendenza del 1859; i suoi 7 primi quadri appartengono al filone romantico, sulla scorta delle indicazioni del Bertini: il Ritratto di Simonetta Galimberti e il Ritratto di Giacinta Galimberti del 1861, nei Musei civici di Monza, L'arciprete Stefano Guandeca accusa l'arcivescovo di Milano Anselmo Pusterla di tradimento sacrilego, 1862, in collezione privata, e la Congiura di Pontida, 1862, esposta a Brera nel 1862 e nel 1863.

Finisce gli studi nel 1864 e ottiene la commissione della Comunione di San Luigi per la parrocchiale di Sant'Albino, presso Monza. Si volge alla rappresentazione naturalistica nell'ambito del gusto narrativo dei fratelli Domenico e Gerolamo Induno in opere quali Una lezione di canto corale, La vigilia della sagra, 1864, Lo sparecchio dell'altare, 1865, che attirano l'attenzione dei critici sulla sua pittura, ma con Cleopatra e La Signora di Monza, del 1865, ricade nel genere melodrammatico del dipinto romantico pseudo storico.

Nel 1867 vince con L'ombra di Samuele appare a Saul il pensionato Oggioni, che gli finanzia due anni di soggiorno a Venezia, dove studia la pittura del Settecento, a Roma e a Parigi, dove è impressionato dalla pittura di Meissonier e Fortuny.

Nel 1869 torna a Milano dove presenta I fratelli sono al campo, a Brera, in cui, rappresentando alcune giovani donne enfaticamente prostrate in preghiera per la salvezza dei fratelli combattenti nella III Guerra d'Indipendenza, unisce il verismo dell'immagine alla retorica del sentimento patriottico e religioso, riscuotendo grande successo presso la borghesia milanese.

Consigliere dal 1871 dell'Accademia di Brera e ormai pittore alla moda, ne La benedizione delle case, del 1870, esprime, come nella Una buona fumata del 1872, che vince nel 1877 il Premio Principe Umberto, un bozzettismo di genere; ne La pittrice, del 1874, come ne I convenevoli e nella Una lezione di musica, si dà alla leziosità del genere neosettecentesco mentre ha modo di mostrare maestria ritrattistica nel Ritratto di Elisabetta Sottocasa, che vince ancora il Premio Principe Umberto, nel Ritratto dell'ingegner Carlo Mira e nel Ritratto di Luigi Galbiati, del 1876.

Inizia alla fine degli anni Settanta la sua attività di frescante orientata verso il Tiepolo: del 1877 è il ciclo di affreschi nella Villa Giovanelli a Lonigo, presso Vicenza, dal 1883 al 1884 la decorazione della Stazione Reale di Monza con Il genio dei Savoia e del 1885 le decorazioni di palazzo Turati a Milano.
Mose' Bianchi, in questo periodo, è anche impegnato ad incentivare le capacità artistiche del nipote Pompeo Mariani, infatti grazie allo zio, che lo portava a disegnare le sue prime vedute del Parco di Monza, Pompeo inizierà la sua carriera artistica acquistando fama a livello europeo.

In ripetuti viaggi a Venezia produce vedute lagunari che gli procurano grande popolarità, tanto da ripetere numerose versioni di una delle sue tele di maggior successo, La laguna in burrasca, 1879, nel Museo Godi Valmarana di Lugo Vicentino.

È ammirato dai contemporanei Antonio Fontanesi e Domenico Morelli che considerano di straordinaria modernità la sua pittura; la tela La parola di Dio del 1887 mostra l'ausilio della fotografia nella sua pittura e con Le lavandaie, del 1894, dà il suo contributo alla rappresentazione della vita degli "umili".

Dopo una breve attività di consigliere comunale a Milano e aver tentato invano di ottenere una cattedra di insegnante all'Accademia di Belle Arti di Torino, nel 1890 dipinge a Gignese, sopra il Lago Maggiore, una serie di vedute alpine, che sono un omaggio al naturalismo lombardo: fra le tante, Casa del pastore e Pecore al ruscello dove, dato un taglio fotografico dell'immagine, indugia sul rapporto luministico tra l'acqua e i grandi massi di pietra.

Allo stesso anno appartengono una serie di vedute di Milano, come Milano sotto la neve, Periferia milanese lungo il Naviglio e Cavalcando, un tramonto sulla darsena di Porta Ticinese.

Si dedica anche all'acquaforte e nel 1896 è premiato al Concorso della Calcografia Nazionale. Nel 1898 è nominato insegnante e direttore dell'Accademia Cignaroli di Verona, ma una malattia insorta nel dicembre 1899 lo costringe a ritornare a Monza e ad abbandonare la pittura. L'artista muore nel 1904 ed è sepolto nel Cimitero di Monza.

Detto talvolta Mosè Bianchi di Monza, non va confuso con l'omonimo e pressoché contemporaneo Mosè Bianchi di Lodi. (da: http://it.wikipedia.org).

Inaugurazione della mostra, sabato 11 ottobre 2014 (per gentile concessione di NOIBrugherio)

Documenti collegati

Manifesto della mostra
Catalogo mostra

Collegamenti