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Le Frazioni di Brugherio

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San Damiano

Situato nell’estremo lembo settentrionale del Comune di Brugherio, il nucleo antico di San Damiano si trova, venendo da Brugherio, sulla destra dell’attuale via della Vittoria nell’isolato tra via Sant'Anna e via Monte Grappa. La comunità si è formata attorno ad una chiesa e ad un monastero di San Damiano risalenti al IX e XI secolo, ambedue di proprietà del monastero di Sant’Ambrogio di Milano. Ad esso apparteneva pure la cascina San Damiano di cui si ha notizia in un documento del 1280.

Fu sede di comune fino al 1866. Nel passato qui, come in tutte le altre località di Brugherio, gli abitanti erano per la maggior parte contadini; anche le rimanenti attività erano in qualche modo legate all’agricoltura. Nel 1751 contava 71 abitanti.

Oggi non restano che poche tracce di un edificio con parco (Villa Viganoni-Benaglia, ormai demolita), mentre esiste ancora la chiesetta di Sant’Anna, denominata in un documento “oratorio di San Damiano”, forse perché sorge sul luogo dove si trovava l’antico oratorio che ha dato il nome alla località.

Baraggia

Il nome della località deriva da “baragia”, sodaglia, sterpeto cioè terra poco fertile o incolta.

Anticamente la baragia” era estesa a tutto il territorio di Brugherio; venne successivamente coltivata e abitata con l’arrivo dei Longobardi e suddivisa tra Cologno, Monza ed Agrate. Oggi con il nome Baraggia si indica la frazione situata nella zona settentrionale di Brugherio.

Il nucleo abitativo si è sviluppato attorno all’attuale Villa Brivio e ad altre dimore signorili del ‘500. Comunità tra le più antiche (IX sec.), infeudata ai Secco Borella, conti di Vimercate, era compresa nella pieve di Vimercate e successivamente, dal 1578, nella parrocchia di San Bartolomeo.

Fu sede di comune fino al 1866 quando, per decreto governativo, entrò a far parte di Brugherio. Nel 1751 contava 160 abitanti tutti legati all’attività agricola (massari e braccianti). Dal ‘500 all’800 fu sede di villeggiatura per famiglie milanesi che vi risiedevano dall’inizio dell’autunno fino almeno a Natale. Grande proprietario a Baraggia fu il monastero di Santa Caterina alla Chiusa di Milano, che possedeva pure Sant’Ambrogio.

Oggi, in Baraggia, possiamo ancora ammirare la cappella-oratorio di Santa Margherita, una tra le più antiche tra quelle esistenti a Brugherio. La prima testimonianza della sua esistenza risale al 1578, all’epoca della visita pastorale di Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano.

Negli Atti di quella visita si legge fra l’altro:”l’oratorio consta di una cappella fornicata (cioè ad archi); ha un altare non “ad formam”, separato dal muro; ha una finestra rotonda sul frontespizio, non ha pietra santa, né campana né paramenti.”

Col tempo le condizioni della cappella sono andate peggiorando; è stata restaurata, ma purtroppo non rimane molto dell’aspetto originario, sia all’interno che sulla facciata. Interessante è il campanile che si alza sul lato sinistro della facciata.

Moncucco

Località situata a sud di Brugherio, lungo la strada che da Milano conduce a Vimercate, sviluppatasi attorno alla Villa Bolagnos (poi Andreani-Sormani), sorta, pare, sulle rovine di un antico castello in un’altura, quindi in una posizione dominante.

E’ uno dei tre comuni, assieme a Baraggia e a San Damiano, preesistenti a quello di Brugherio. Era infeudato ai signori di Monza, i conti Durini, e agli inizi del ‘700 amministrato da un console scelto dal conte Bolagnos.

Nel 1769 contava 236 abitanti in prevalenza contadini. Ben poco è rimasto dell’antico abitato, ad eccezione di qualche cascina, e soprattutto di Villa Sormani e della chiesetta di San Lucio. Il comune di Moncucco ebbe, fino al 1866, il Corpo di Guardia Nazionale e la scuola elementare, ubicati in alcuni locali di Villa Sormani, dove si svolgevano pure le sedute del Consiglio Comunale.

Dorderio

Località una volta autonoma, poi nella seconda metà del ‘700 aggregata al più grande comune di Moncucco.

A quel tempo era proprietà dei marchesi Carpani, che vi possedevano non solo la cascina, ma anche un “aratorio ad uso di fornace”.

Nell’ottocento la proprietà passò ai Butti, che vi fecero costruire una “casa di villeggiatura”, che ancor oggi conserva almeno nella facciata i segni di un passato decoroso.